Una nuova strategia commerciale on line sta rivoluzionando il Web Marketing negli Usa e le conseguenze arriveranno presto da noi. Il trend è ormai generale ed è stato lanciato originariamente da “Buzzfeed”. Oggi viene adottato da grandi corporation editoriali come il “New York Times” e “The Guardian”.
Parliamo del “Native Advertising”, ovvero una nuova forma di pubblicità basata sui cosiddetti “contenuti sponsorizzati”. La massima è semplice: non più una pubblicità diretta al consumatore (banner), ma una comunicazione organica e legata ai contenuti cercati dagli stessi utenti, che creino nuove ed elevate forme di interazione e coinvolgano il consumatore, legandolo sempre di più al brand che riesce a conquistare la sua fiducia, attraverso qualità come trasparenza, personalizzazione, pertinenza e multimedialità.
Con il Native Advertising si cerca di creare uno spazio dove raccontare e condividere la propria storia, trasmettendo in una maniera innovativa i propri valori e la propria “mission”, attraverso contenuti editoriali a pagamento, realizzati secondo tecniche di “storytelling”.
Un piccolo riassunto su quelli che sono i punti fondamentali per realizzare una strategia di native advertising efficace.
- Il contenuto non deve essere intrusivo, né imposto. L’utente deve essere portato a decidere di suo pugno le storie che vuole conoscere oppure no. Il banner, nella sua eccezione passata, ha ormai un’efficacia relativa nella conversione dell’utente.
- Il contenuto deve essere contestuale alla ricerca svolta dall’utente, ai suoi gusti personali e specifici.
- Il contenuto deve essere trasparente, privo di oscurità, ambiguità, con un messaggio semplice, pratico e funzionale.
- Il contenuto deve essere condivisibile, trasmissibile. Una buona strategia di Social Marketing può aiutare molto in questa fase.